L’appoggio del piede – consigli utili per rendere efficace ed economico il gesto della corsa. Vincere la gravità: da quadrupedi a bipedi Vincere la forza di gravità è sempre stata una delle aspirazioni dell’uomo. In parte è riuscito nel suo intento, staccando da terra gli arti che da “anteriori” sono diventati “superiori”. Assumere la posizione […]
La metodologia della ricerca scientifica ha esasperato sempre più lo studio analitico di tipo seriale, ricercando un rapporto diretto di causa/effetto per avvalorare un’ipotesi e renderla “scientificamente” accettabile. Tale procedura, efficace nel richiedere rigore sperimentale, ha rallentando (in alcuni casi) la comprensione di alcuni fenomeni complessi apparentemente non correlati tra di loro. In tale contesto, […]
Nel praticare una qualsiasi disciplina sportiva di movimento, tutti hanno avuto o hanno a che fare con piccoli-grandi disturbi.
Qui una piccola guida per imparare a distinguere e a riconoscere le proprie sensazioni di dolore.
Possedere un cardiofrequenzimetro, metterlo al polso e dare un’occhiata ai valori di frequenza durante l’allenamento, serve a poco. Il cuore è uno strumento di misurazione incredibilmente preciso. Se messo in relazione alla potenza erogata, è indice indiretto di valutazione delle caratteristiche meccaniche neuro-muscolari e coordinative specifiche di ogni disciplina sportiva. Monitorando opportunamente la frequenza cardiaca, è possibile valutare: la velocità aerobica massima – la soglia anaerobica – il rendimento biomeccanico della corsa – l’indice di recupero nelle prove frazionate – l’intensità dello sforzo su percorsi non misurati, collinari, accidentati – lo stato di affaticamento generale.
La corsa al record spinge la maggior parte degli organizzatori delle corse su strada (e delle maratone in particolare) ad “appiattire”, per quanto possibile, il percorso. L’obiettivo è di eliminare o (almeno) attenuare ogni asperità che possa appesantire, anche di pochi secondi, il tempo finale, come un cavalcavia o un sottopasso, una rampetta di collegamento, […]
È inutile negarlo: dai campioni affermati agli amatori più “pacati”, tutti aspirano a correre più
velocemente. I parametri della velocità, nel gesto della corsa, sono semplicemente due: l’ampiezza e la frequenza del passo. È sufficiente allungare di un centimetro ogni passo (lasciando invariata la frequenza) per migliorare sensibilmente il tempo sulla maratona (sino a 1’).
La mia percezione è che, per le discipline di durata, si sia posta eccessiva enfasi sui meccanismi di erogazione energetica e meno attenzione sui sistemi elettromeccanici dai quali dipende il movimento. È ovvio che le due cose sono interdipendenti, ma l’uomo si muove perché i muscoli si contraggono e non per l’ossigeno che brucia gli zuccheri. Così come non è pensabile modificare una macchina senza conoscerla, allo stesso modo non si può allenare senza seguire direttamente le modalità di espressione del movimento dell’atleta.
«Mi piacerebbe convincere i tanti sostenitori degli allenamenti lunghi a velocità costantemente lenta che sono totalmente fuori strada. Il “lungo lento” è roba sorpassata. Tanto che è stato bandito da tempo dai programmi dei nostri migliori specialisti»
Recuperare correndo, addirittura più velocemente che nelle prove ripetute. E’ la grande dimostrazione di efficienza di un maratoneta capace di eliminare tutti i fattori che frenano il movimento.
Il programma di allenamento efficace, attraverso lo studio dell’atleta e degli obiettivi da raggiungere.