La metodologia della ricerca scientifica ha esasperato sempre più lo studio analitico di tipo seriale, ricercando un rapporto diretto di causa/effetto per avvalorare un’ipotesi e renderla “scientificamente” accettabile. Tale procedura, efficace nel richiedere rigore sperimentale, ha rallentando (in alcuni casi) la comprensione di alcuni fenomeni complessi apparentemente non correlati tra di loro.
In tale contesto, gli organi percettivi svolgono un ruolo importante nella valutazione dell’ambiente e nei processi di relazione, nonché sull’efficacia e sulla precisione delle risposte motorie. Piccole interferenze o disfunzioni dei recettori possono indurre scompensi che, specie con l’esasperazione dell’allenamento, amplificano i danni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.
Dal monitoraggio di oltre un centinaio di soggetti praticanti la corsa prolungata è emerso che esiste una diretta relazione tra correzione visiva, atteggiamento posturale e risposta motoria, sia statica (isometrica) che dinamica, indipendentemente dal grado o dal tipo di disfunzione ottica riscontrata.
Gli effetti sul rendimento motorio e sulla diminuzione degli infortuni da sovraccarico funzionale, sono stati evidenti. Il trattamento della disfunzione visiva ha prodotto, in molti casi, la scomparsa (o l’importante attenuazione) di fenomeni come cefalee, vertigini, scarsa concentrazione, contribuendo a ristabilire il benessere generale a cui ogni attività umana dovrebbe tendere.
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